Vai al contenuto

Quel “Ti Amo”

E se un giorno ti dicessi “Ti Amo” ? E se quel giorno fosse un giorno di pioggia ? Quel “Ti Amo” avrebbe lo stesso significato anche in una soleggiata mattina di luglio ? Ti osservo. Sei in piedi davanti a me, non sai che rispondere. Osservo i tuoi occhi bagnarsi di quella fitta pioggia.
Il cuore batte forte. Forse te lo aspettavi e forse non vuoi ferirmi distruggendo i miei sogni. Stai per dire qualcosa. Ti fermo e con un triste sorriso disilluso, mi allontano. Mi volto e imbocco la strada della sofferenza.

Tu rimani immobile e osservi i miei lenti passi portarmi via da te. Sei indecisa , la pioggia continua a cadere sul tuo volto e su di te che sei colei che mi ha reso immensamente felice e al tempo stesso immensamente triste. Provi a fare un passo verso di me. Una voce dentro di te “non farlo se non ne sei sicura”. Un fulmine illumina la notte come tu hai illuminato il mio tetro cammino. Su quella strada cammino solo e al tempo stesso accompagnato dalla solitudine. La pioggia aumenta di intensità, le gocce s’infrangono sui miei abiti ormai completamente bagnati. La strada verso casa è lunga e mi darà occasione di riflettere e di capire cosa non vada in me. Di capire cosa non sia giusto.

Forse sono fatto per stare solo, per proteggere come è sempre stato nella mia vita. Avrei voluto percorrere con te quell’immaginaria strada che è la vita. Avrei voluto tenerti tra le braccia e sussurrarti quel “Ti Amo” tanto sperato e agognato. Avrei voluto credere in un amore e cedere a te il mio cuore. Avrei… Solo parole dettate dalla disillusione di un amore. Non dirò mai “ora la mia vita è finita” non dirò mai “senza te nulla a senso” fosti tu a dare un senso alla mia vita fatta di silicio e codici, come fosti tu a ridarmi il sorriso quando la vita mi sbatteva, una dopo l’altra, porte in faccia. Mi hai annientato dolcemente, ma senza cattiveria. Mi hai frantumato il cuore, ma stai tentando di ripararlo con la colla della dolcezza. Sono arrivato quasi a casa, manca solo una curva che ho paura di affrontare.

Mi fermo poi prendo coraggio. Svolto percorrendone la sua interezza e con l’ultimo barlume di speranza alzo lo sguardo da terra. Di fronte a me solo la notte nera come la pece e luminosa come quel piccolo universo che hai creato in me. Lentamente la luce va scemando, il sipario cala su quel teatro di sentimenti ed emozioni. Le luci si spengono e gli attori vanno a casa. Speravo e amavo quella speranza di trovarti li, davanti a quel cancello che simboleggia il mio amore per te. Passo oltre varcandone la soglia. Mi ritrovo nuovamente davanti ai tuoi occhi, in attesa. Come fosse un sogno da cui non vorrei svegliarmi fai in passo verso di me. Mi irrigidisco. “Io non provo quello che provi tu per me”. Il palcoscenico vuoto come il mio cuore lentamente cade a pezzi. Le assi di legno si sfaldano, le luci e il sipario cadono a terra e si dissolvono. Gli attori svaniscono e le paure, il dolore e la tristezza prendono il sopravvento. Ignari spettatori ci passano accanto. Loro hanno l’ombrello, si fermano e guardano quel cuore sanguinare chiudersi al mondo. Mi passo una mano sul petto, mi duole. Ti avvicini di un passo vorresti abbracciarmi per confortarmi , per sentirmi vicino. Mi allontano e osservo i tuoi occhi perdersi nei meandri di quella emozione chiamata tristezza. Ti vedo svanire davanti ai mie occhi. Con la mano tento di afferrarti ma afferro solo l’aria. Rimango immobile lasciando che la pioggia, con il suo ticchettare, crei una triste melodia che esprima i miei sentimenti. Mi volto e comincio il mio lungo viaggio verso una nuova vita e un nuovo inizio senza di te.

0 0 votes
Article Rating
Pubblicato inPensieri
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Copyright © Luca Sajeva 2022