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La strada

Parlare, discutere, osservare. Azioni che hanno un senso se ben contestualizzate. Ma se manca la chiarezza tutta la struttura crolla con fragoroso frastuono di ferraglia.

Si comprende tardi il reale “perché” di una persona che si desidera. Le emozioni e i sentimenti ci rendono cechi e sordi alle urla disperate di un dolore in attesa. In lontananza quelle urla cominciano a riecheggiare ed allora che dobbiamo allontanarci e fuggire via. Fuggire il più lontano possibile. Correre a perdifiato lontano dai ricordi, schivando le emozioni e i sentimenti. Correre senza mai voltarsi indietro ad osservarla immobile che tenta di riportaci a se.

Lungo quella folle strada troveremo un bivio. Starà a noi scegliere consapevoli che una di quelle due strade ci porterà a nuovamente da lei, mentre l’altra ci porterà verso l’ignoto.

Ci fermiamo, stanchi appoggiamo le mani sulle ginocchia chinandoci. Diamo un rapido sguardo a quelle due possibilità. In fondo, poco prima del bivio, scorgiamo un piccolo sentiero. Ci alziamo e camminiamo verso di esso. Prima di imboccarlo guardiamo verso il fondo di esso e scorgiamo la sagoma di una persona.

Con circospezione alziamo il piede e facciamo un passo , poi un altro e un altro ancora. Senza accorgerci siamo a metà strada, da cosa non lo sappiamo, ma l’importante è correre. Nonostante siamo molto vicini la sagoma non è ancora distinguibile. È il nostro futuro, non sappiamo chi camminerà al nostro fianco, ma siamo ugualmente fiduciosi. Continuiamo a camminare, poi aumentiamo il passo fino a che non ci ritroviamo a correre. La sagoma diviene più chiara e voltandosi vediamo il nostro radioso futuro.

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